IN RICORDO DI GIOVANNI PAOLO II
Venerdi sera mentre la televisione ci faceva vedere le immagini di tanti nostri fratelli nella fede raccolti in Piazza S. Pietro per pregare per il santo Padre, dopo cena assieme ai figli abbiamo rivisto le foto fatte assieme a Papa Giovanni Paolo II negli incontri che dal 1980 in poi abbiamo avuto la fortuna di avere. Abbiamo avuto, così, la possibilità di ritornare con la memoria alle occasioni che ci hanno dato l’opportunità di incontrare più volta e di salutare e parlare con Giovanni Paolo II. Queste opportunità ci sono state offerte dal nostro impegno a servizio della Famiglia e della Vita ed in particolare dalla nostra costante presenza ai Corsi ed ai Convegni organizzati dal Centro Studi e Ricerche sui Metodi Naturali dell’Università Cattolica di Roma, voluto dal Papa ed affidato alla direzione della dottoressa Anna Cappella. Il Santo Padre Paolo VI con il suo insegnamento – in particolare con l’Evangelium nuntiandi e con l’Humanae Vitae - e con la sua coraggiosa e profetica testimonianza ha segnato la mia gioventù ed ha suscitato dentro di me il bisogno di impegnarmi a servizio della famiglia e della vita attraverso l’approfondimento e l’insegnamento dei metodi naturali, determinando la scelta della mia specializzazione in ginecologia. Giovanni Paolo II ha segnato la nostra vita di coppia ed il nostro perseverante impegno nella divulgazione e nell’insegnamento del Metodo Billings ed il nostro servizio a favore di tutti i concepiti e delle loro madri a rischio di aborto. Il suo instancabile richiamo al rispetto della dignità dell’uomo e della donna, della vita umana dal concepimento alla morte naturale, della bellezza dell’amore coniugale ha alimentato e rinnovato il nostro impegno nei numerosi momenti in cui ci sembrava di essere “marziani”, quando trovavamo sordi coloro che ci dovevano incoraggiare a perseverare.
Ogni volta che abbiamo avuto la gioia e la fortuna d’incontrarLo ci ha trasmesso il coraggio e l’entusiasmo di cui avevamo bisogno e ci ha ridato le motivazioni per perseverare nel servizio. Nel discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la S. Sede il 10 gennaio 2005) ha ancora una volta con forza e chiarezza detto: “La prima sfida è la sfida della vita. La vita è il primo dono che Dio ci ha fatto, è la prima ricchezza di cui l’uomo può godere. La Chiesa annuncia il “Vangelo della Vita” . E lo Stato ha come suo compito primario proprio la tutela e la promozione della vita umana. La sfida della vita si va facendo in questi ultimi anni sempre più vasta e più cruciale. Essa si è venuta concentrando in particolare sull’inizio della vita umana, quando l’uomo è più debole e deve essere più protetto. Concezioni opposte si confrontano sui temi dell’aborto, della procreazione assistita, dell’impiego di cellule staminali embrionali umane a scopi scientifici, della clonazione. La posizione della Chiesa suffragata dalla ragione e dalla scienza, è chiara: l’embrione umano è soggetto identico all’uomo nascituro e all’uomo nato che se ne sviluppa. Nulla pertanto è eticamente ammissibile che ne violi l’integrità e la dignità. Ed anche una ricerca scientifica che degradi l’embrione a strumento di laboratorio non è degna dell’uomo.“ Oltre al suo ricco insegnamento ci ha fatti sentire persone da lui amate, suoi figli! Noi, oggi, pur essendo certi che da quando è tornato alla Casa del Padre ci aiuterà e ci proteggerà di più di quanto poteva fare in questi ultimi tempi, piangiamo per il suo distacco come – e forse più – di quanto si piange quando ci si distacca da un padre e diciamo grazie a Dio Padre per il grande dono che ci fatto offrendoci la possibilità d’ incontrare un suo testimone autentico e per le grandi opere che ha compiuto in lui durante il pellegrinaggio terreno e per quelle che vorrà fargli compiere anche dopo il suo ritorno a casa. Grazie Papa Giovanni Paolo II! Continua a proteggerci ed a pregare perché la dignità e la vita di ogni uomo dal concepimento alla morte naturale sia sempre più rispettata e difesa in ogni angolo della terra.
Concetta e Angelo Francesco Filardo
Foligno, 3 aprile 2005