Humanae vitae: gli amari frutti di 50 anni di oblio e di contrasti

 

Quando il 25 luglio 1968 il Beato papa Paolo VI profeticamente decise di promulgare l’enciclica Humanae vitae il problema più dibattuto era “pillola sì, pillola no” “contraccezione sì, contraccezione no” eppure nel n. 12 della profetica e molto contrastata enciclica “Tale dottrina, più volte esposta dal magistero della chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo. Infatti, per la sua intima struttura, l’atto coniugale, mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna. Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l’atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore ed il suo ordinamento all’altissima vocazione dell’uomo alla paternità. Noi pensiamo che gli uomini del nostro tempo sono particolarmente in grado di afferrare il carattere profondamente ragionevole e umano di questo fondamentale principio.” Paolo VI aveva già dato la risposta alla situazione nuova, che si concretizzò con la nascita di Louise Brown proprio il 25 luglio 1978, decimo anniversario dell’H.V.

Quando si rompe di propria iniziativa la connessione inscindibile tra il significato unitivo e il significato procreativo dell’atto coniugale il risultato è inevitabilmente drammatico per l’umanità: l’uomo viene degradato ad oggetto e moltissime vittime innocenti vengono immolate sull’altare del soddisfacimento del proprio piacere e dei propri desideri.

In questi giorni la pubblicazione della Relazione annuale del Ministro della Salute al Parlamento sull’applicazione della legge 40/2004 ci offre l’opportunità di riflettere sui danni della fecondazione extracorporea, di cui già San Giovanni Paolo II parlava nel n. 14 dell’enciclica Evangelium vitae.

I suoi frutti più amari e disastrosi sono: l’altissimo numero di embrioni sacrificati (nel 2016 in Italia almeno 165.700 per far nascere 11.791 bambini vivi) ed il crescente numero di bambini crioconservati (nel 2016 38.687 riportati nella relazione + almeno 6.577 nei cicli con donazione di gameti di cui non si ha menzione nella relazione), per cui dal 2005 al 2016 essendo stati crioconservati almeno 188.638 embrioni e scongelati 118.504 nei crioconservatori dei diversi centri italiani sono rimasti sospesi nel gelo a tempo indeterminato - forse per sempre! - almeno 70.134 embrioni, di cui non solo i propri genitori non si prendono cura, ma neanche il Governo ed il Parlamento che dopo la liberalizzazione da parte della Corte Costituzionale nel 2009 del numero di embrioni da produrre e da conservare non avvertono il dovere di tutelare la vita di questi microscopici esseri umani, come prevede la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo “il fanciullo, a causa della sua mancanza di maturità fisica ed intellettuale necessita di una protezione e di cure particolari, ivi compresa una protezione legale appropriata, sia prima che dopo la nascita).

            Se come riferisce F. Ognibene 8 milioni sono i bambini nati nel mondo con la fecondazione extracorporea nello stesso periodo più di 110 milioni dovrebbero essere i bambini  sacrificati per farli nascere.

Credo che nessun lettore abbia difficoltà a considerare disumano un numero così alto di bambini sacrificati eppure in questi giorni i mezzi di comunicazione di massa non hanno richiamato l’attenzione dei cittadini su queste stragi che si compiono ogni giorno in Italia anche a spese dei contribuenti essendo queste tecniche inserite nei LEA (livelli essenziali di assistenza pur non essento terapia ed avendo un’efficacia inferiore al 20%, cioè meno del 20% delle coppie che si sottopongono a fecondazione extracorporea riesce ad avere uno o più figli in braccio). E nessun invito ad indossare magliette viola (per fermare la pratica disumana che produce tali morti) oppure color ghiaccio (per porre fine al disumano congelamento degli embrioni senza obbligo per i genitori d’impiantarli anche se hanno ottenuto già il figlio voluto ad ogni costo) abbiamo ricevuto da chi per altri disumani trattamenti si è tanto impegnato con molta eco mediatica.

Ma come ammoniva S. Giovanni Paolo II nel n. 13 di E.V. la mentalità contraccettiva - l’anti life mentality - instauratasi col rifiuto e coll’ignoranza dell’insegnamento contenuto nell’H.V. ha prodotto un numero ancora maggiore di vittime innocenti ed indifese. In Italia nei primi 40 anni di applicazione della mortifera legge 194/1978 sono circa 6 milioni le vittime regolarmente registrate, ma molto più grande è il numero dei cripto aborti – gli aborti occultati, non considerati tali, dovuti all’uso della spirale, della pillola ep, della minopillola e dei progestinici deposito, delle pillole del/i giorno/i dopo – che si aggiravano nel solo anno 2016 intorno a 1.330.061.

Ma i danni della contraccezione non si fermano alla loro occisività, ma incidono negativamente sulla salute delle donne provocandone in alcune anche la morte, sull’ecologia ambientale e sul modo di concepire la sessualità nelle giovani generazioni. Abbiamo articoli e convegni che parlano dell’aumento dell’uso di droghe e dell’alcool nei giovani, ma pochissimi denunciano esplicitamente che l’infelicità dei giovani è legata all’uso del sesso mordi e fuggi, che non può appagare il desiderio di essere amato e di amare che è in ognuno di noi, alla pornografia, alla mancanza di un’educazione all’affettività.

E non è casuale il fatto che a chiedere di inserire nel documento preparatorio del prossimo sinodo dei Vescovi di affrontare tale argomento sia stata una giovane francese, dove più diffusi sono la contraccezione e l’aborto! Ed è paradossale – mentre in ambiente cattolico c’è chi freneticamente si da da fare per rendere accettabile la contraccezione - che da una sessuologa belga, non credente, che opera in Francia, Therese Hargot, nel libro “Una Gioventù sessualmente liberata (o quasi)” pag.105 sia venuto il monito ecologico «Come posso tollerare che la donna che amo si bombi di ormoni mentre io rifiuto di mangiare un pollo che ne porti la benché minima traccia? Mangiamo bio, facciamo attenzione alla nostra salute, allora prendere la pillola è totalmente incoerente con la nostra filosofia di vita!» mi confidava un ventottenne molto motivato a formarsi, insieme alla propria compagna, ad un’alternativa da loro giudicata «più rispettosa della donna e più responsabilizzante per l’uomo».”

            Come Centro “Amore e Vita” nella ricorrenza del 50° anniversario dell’H.V. abbiamo pubblicato il libretto L’aborto volontario e la VII edizione dell’opuscolo La Fecondità Umana per offrire a tutti le informazioni necessarie per poter fare scelte libere, consapevoli e pienamente umane. Ci auguriamo che in particolare i Giovani ne vogliano fare tesoro in preparazione al prossimo Sinodo.

                                                  Angelo Francesco Filardo

                          Direttore Centro “Amore e Vita” e V.Presidente dell’A.I.G.O.C.

 

 

 

Foligno, 22 luglio 2018 – XVI Domenica T.O.
  (Articolo inviato alla GAZZETTA DI FOLIGNO, non pubblicato)