RIFLESSIONI SUL DOCUMENTO DELLA FIAMC A 40 ANNI DALL'HUMANAE VITAE
A circa un anno di distanza dalla pubblicazione della Dignitas Personae, istruzione della
Congregazione per la Dottrina della Fede, e del documento della FIAMC (Federazione Internazionale delle
Associazioni dei Medici cattolici) “40 anni di enciclica Humanae vitae dalla prospettiva dell’etica medica”
sento il bisogno di ritornare sui temi affrontati dai documenti citati dopo aver tradotto in italiano il
documento della FIAMC (vedi www.lafeconditaumana.it) .
Al di là dei titoli sensazionalistici della stampa e delle critiche gratuite mosse al documento subito
dopo la sua presentazione, a me sembra che – almeno in Italia – poco si è parlato, discusso, meditato sugli
argomenti in esso trattati per vedere in un clima di sfida educativa, di emergenza educativa, cosa bisogna
fare per uscire dalla situazione in cui ci troviamo a causa della nostra dura cervice.
Con ampie citazioni e riferimenti bibliografici – non di parte, ma di sostenitori noti della
contraccezione artificiale – si conferma che da alcuni decenni è riconosciuta la potenziale abortività della
pillola estro progestinica, della minipillola, dei progestinici deposito, delle spirali (IUD), della pillola del
giorno dopo (e - io aggiungo - della ultima arrivata pillola dei cinque giorni dopo), in quanto impediscono
l’impianto della blastocisti (una vita umana di circa 5 – 7 giorni) nell’endometrio a causa delle alterazioni da
essi procurate.
Se ancora qualche autore si ostina a chiamare queste sostanze e questi dispositivi contraccettivi e
non abortivi, lo fa - come lo stesso Laurizen nel 1986 apertamente ammise "Senza dubbi, la vita umana
incomincia con la fusione dell'ovulo con lo spermatozoo e la conseguente divisione dell'ovulo (fecondato).
Tuttavia, il medico e l'avvocato affrontano il problema che, almeno in una fecondazione normale, l’inizio
della vita non può essere stabilito. Pertanto, è importante sapere, tanto per il giudizio medico come per il
criterio legale, quando può stabilirsi obiettivamente una gravidanza, ed oggigiorno si stabilisce
immediatamente dopo l'impianto dell’uovo (fecondato) nell'endometrio”. - perché l'American College of
Obstetricians and Gynecologists ( ACOG) nel 1965 sul suo primo Terminology Bulletin (Bollettino di
terminologia) con un’abile tattica di camuffamento semantico e di mortifera manipolazione verbale ha
imposto la seguente definizione: "Il concepimento è l'annidamento di un ovulo fecondato" in sostituzione
di quella più corretta ” il concepimento è la fusione di un ovulo con uno spermatozoo”, ma sa
benissimo che in effetti l’uso di queste sostanze e di questi mezzi provoca la morte di esseri umani
prima che sia loro consentito di impiantarsi nell’utero della loro madre!
Che la definizione dell’ACOG sia falsa e strumentale lo dimostra la terminologia usata dagli
Autori appartenenti alla stessa area di pensiero a proposito della fecondazione artificiale.
Chiamandola FIV / ET, cioè fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni, affermano che è
dalla fecondazione, cioè dalla fusione di uno spermatozoo con una cellula uovo matura, che ha
origine una nuova vita umana e che dopo 48-72 ore dal concepimento vengono trasferiti in utero
embrioni umani!
Quanti sono questi bambini che non trovando ospitalità e nutrimento nell’utero della loro
madre vanno incontro alla morte ? B. Bayle già nel 1994 crea l’ IDE (indice di distruzione
embrionaria, in inglese EDI), che valuta in 3-10 per ogni 100 anni di uso della pillola. Applicando il
valore più basso di questo IDE alle utenti della pillola in Italia 2,6 milioni otteniamo il numero delle
possibili vittime italiane della pillola in un anno, cioè 78.000 embrioni; applicandolo alle 100
milioni di utenti nel mondo otteniamo il numero delle possibili vittime nel mondo della pillola in
un anno, cioè tre milioni di embrioni! Molto più drammatico
diventa il quadro se proviamo a calcolare il numero delle possibili vittime delle spirali in Italia e nel mondo. Anche utilizzando un tasso di concepimento per ciclo molto basso (10%), circa la metà di quello effettivo, il numero delle possibili vittime delle spirali in Italia in un anno (2006) sarebbe 587.502 embrioni, nel mondo 192 milioni di embrioni !!! A queste orripilanti cifre bisogna aggiungere il numero degli embrioni uccisi con la pillola del giorno dopo (in Italia nel 2007 circa 70.000), con la pillola dei cinque giorni dopo, con la minipillola, con i progestinici deposito.
Questi numeri ci fanno capire perché al n. 15 della Caritas in Veritate il papa Benedetto XVI richiama esplicitamente l’enciclica di Paolo VI “... Non si tratta di morale meramente individuale: Humanae vitae indica i forti legami esistenti tra etica della vita ed etica sociale, inaugurando una tematica magisteriale che ha via via preso corpo in vari documenti, da ultimo nell’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II. La Chiesa propone con forza questo collegamento tra etica della vita ed etica sociale nella consapevolezza che non può “avere solide basi una società che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata” e non possono non farci prendere atto del fatto che quella che viene contrabbandata come prevenzione dell’aborto miete molte più vittime in Italia e nel mondo dell’aborto volontario chirurgico e chimico!
Da sempre abbiamo sostenuto la falsità dello slogan “è meglio utilizzare anticoncezionali che abortire” - d'altronde ammessa anche dai fautori della contraccezione “Dato che gli aborti e la contraccezione comportano l’obiettivo comune di evitare nascite non desiderate e nascite che avrebbero luogo in un momento inopportuno, esiste un’alta correlazione tra esperienza abortiva ed esperienza contraccettiva nelle popolazioni nelle quali si ha accesso tanto alla contraccezione come all’aborto, ed in quelle in cui le coppie hanno tentato di regolare il numero di figli e la distanza tra loro. In queste società, le donne che hanno utilizzato contraccettivi si sottopongono più probabilmente ad un aborto rispetto a quelle che non li utilizzano. L’ aborto da solo è un metodo inefficiente di regolazione della fertilità, ma incrementa la sua efficacia nella misura in cui l'estensione dell'uso di metodi contraccettivi gli concede la funzione di una misura di sicurezza" (Ch. Tietze 1989) -, cui è stata data più fiducia che alla profetica enciclica Humanae vitae.
Oggi non ci è più consentito perseverare in questo errore !
Oltre ai danni ai concepiti il documento prende in esame i danni alla vita già nata, in particolare alle stesse donne che usano questi impropriamente detti contraccettivi: la maggiore diffusione di MTS (malattie a trasmissione sessuale), il maggior rischio di cancro della mammella in particolare nelle giovani donne che usano la pillola prima del primo parto; il maggior rischio di cancro del collo dell’utero e per le popolazione più povere il maggior rischio di cancro epatico. Al riguardo mi stupisce il silenzio assordante degli studiosi del settore cattolici.
Non meno importante per la riflessione è la parte conclusiva del documento” Bilancio della contraccezione, della mentalità contraccettiva e delle sue conseguenze”.
Dopo la lettura di questo documento, che offre ulteriori elementi – ove ce ne fosse ancora bisogno – per comprendere il significato e le implicazioni pratiche e pastorali del n. 23 della Dignitas Personae, confortato anche dagli editori dell’ Obstetrical & Gynecological Survey, di pensiero liberale, che espressero la seguente opinione nel 1989: “Avere partners molteplici – promiscuità, se si preferisce – non è proficuo per un buon, monogamo matrimonio. Famiglie distrutte rendono “orfani i nostri bambini.” Dobbiamo predicare il vangelo dell’astinenza prematrimoniale. Come medici delle donne, abbiamo la responsabilità di provare almeno ad educarle. ...”, mi sembra doveroso concludere con le stesse parole già usate nella riflessione mia e di mia moglie in occasione del 40° Anniversario dell’H.V. “giorno dopo giorno ci possiamo rendere conto di quanto sia urgentissimo – senza perdersi in disquisizioni che 40 anni di storia hanno dimostrato speciose e perniciose - riprendere tra le mani questa enciclica e tutto il successivo Magistero Petrino sull’amore coniugale, la sessualità e la vita per poter ricreare una sana e vera cultura dell’amore coniugale e della vita e porre un argine sicuro e valido alla banalizzazione della sessualità umana e alla mercificazione e distruzione della persona umana”.
Foligno, 21 novembre 2009