Leggendo il 9 luglio a pag. 15 il servizio “Legge 194: urgente un’applicazione più puntuale”, non sono riuscito a cogliere il senso ed il fine di questo intervento! Che la Presidente del Forum delle Associazioni Cattoliche Familiari – continuando sulla linea tenuta dal Comitato Scienza e Vita in occasione del referendum sulla legge 40/2004 – intervenga a referendum ormai archiviato per fare questa precisazione “Piuttosto noi chiediamo una puntuale applicazione dell’art. 1” non sorprende più anche se rattrista leggere simili dichiarazioni, che si addicono più ai “politici” di professione che a rappresentanti dell’Associazionismo Cattolico Familiare. L’esemplificazione di ciò che si chiede è veramente desolante! E’ stato più esplicito ed esauriente un Giudice Tutelare, che – negando l’autorizzazione ad abortire ad una minorenne – dopo aver definito a dir poco sconcertanti le dichiarazioni a lui fatte dalla ragazza “ «abbiamo deciso di non portarla a termine, perché la prima figlia ha solo nove mesi e ci sarebbe troppo da fare…. E che vita faccio io … .», afferma «Non può tacersi, da ultimo, che la legge 194/1978 “tutela la vita umana fin dal suo inizio” e che occorre evitare a mente dell’art. 1, che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite». Inoltre la Presidente Santolini ha omesso di elencare gli aborti pseudo terapeutici oltre il 90° giorno, fatti dopo la diagnosi di malformazioni fetali o di alterazioni cromosomiche del feto, che sono veri e propri aborti eugenetici, come candidamente e ripetutamente è stato detto durante i dibattiti referendari. Nella parte finale dell’articolo sembra che l’autore dello stesso voglia concludere con i ginecologi riuniti a Palermo che bisogna usare di più la pillola per evitare che l’aborto volontario, legale e/o clandestino, sia usato come contraccettivo. Secondo me esiste davvero tra noi un problema di comunicazione, non quella cui si riferiscono nell’articolo alcuni ginecologi, ma di comunicazione della verità sulla dignità e sacralità dell’uomo – non basta affermare che la cellula fecondata è una vita umana e dimenticarselo quando viene minacciata dalla spirale, dalla pillola e.p., dalla minipillola e dalla pillola del giorno dopo e del mese dopo ! – , sul vero significato della sessualità umana, sul senso e sui linguaggi dell’amore umano coniugale, sulla preziosità della fecondità umana, sulla procreazione responsabile, sui meccanismi d’azione dei cosiddetti contraccettivi maggiori. Mi auguro che a colmare questo vuoto vogliamo impegnare seriamente e tutti insieme le nostre energie e le nostre risorse. Angelo Francesco Filardo