I DATI DELLA FIVET DELL’ANNO 2008 LETTI DAI CONCEPITI
In questi giorni – dopo la pubblicazione della relazione del Ministro della Salute al Parlamento sullo Stato di attuazione della legge contenente norme in materia di Procreazione Medicalmente Assistita (Legge 10 febbraio 2004, n. 40, articolo 15) – abbiamo letto e sentito tante dichiarazioni contrastanti, ma da nessuna parte abbiamo letto o sentito parlare del costo in vite umane della FIVET in Italia del 2008. Se corrisponde al vero quanto riaffermato al n.4 dalla Dignitas Personae «Il frutto della generazione umana dal primo momento della sua esistenza, e cioè a partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità corporale e spirituale. L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita», non possiamo non tenerne conto nel leggere i dati offerti dalla relazione ministeriale.
Dai dati sopra riportati risulta evidente che solo 7.855 degli 85.113 embrioni trasferiti in utero ha avuto la possibilità di vedere la luce del sole, mentre 77.258 embrioni, cioè il 90,78% degli embrioni trasferiti in utero, è stato sacrificato consapevolmente e volontariamente per poter ottenere la nascita dei 7.855 fratellini sopravvissuti!
Confrontando i risultati dell’anno 2008 con quelli dell’anno 2007 e 2006, pur registrando una piccola diminuzione nel numero medio degli embrioni trasferiti inutero ( 2,28: solo nel 48,34% sono stati trasferiti tre embrioni, mentre nel 2007 sono
stati trasferiti in media 2,29 e 2,32 embrioni nel 2006); un modesto aumento nella
percentuale dei nati vivi ( 9.2% nel 2008 rispetto all’8,83% nel 2007ed all’8% del
2006) ed un numero di coppie superiore ( 15.39% rispetto 14,91% del 2007 ed al
13,13% del 2006) che hanno coronato il desiderio di avere uno o più figli in braccio,
il dato più drammatico e trascurato quasi da tutti è il sempre crescente numero (
63.322 nel 2006, 70.201 nel 2007 e 77.258 nel 2008!) di embrioni immolati per
raggiungere risultati così modesti, inaccettabili in qualsiasi altro campo della
moderna medicina!
Di recente l’istruzione Dignitas Personae ha richiamato l’attenzione su questa
inquietante e drammatica realtà (n.14): “ Il fatto che la fecondazione in vitro
comporti assai frequentemente l’eliminazione volontaria di embrioni è già stato
rilevato dall’Istruzione Donum vitae. Alcuni pensavano che ciò fosse dovuto a una
tecnica ancora parzialmente imperfetta. L’esperienza successiva ha dimostrato
invece che tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se
l’embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate,
selezionate e scartate. È vero che circa un terzo delle donne che ricorrono alla
procreazione artificiale giunge ad avere un bambino. Occorre tuttavia rilevare che,
considerando il rapporto tra il numero totale di embrioni prodotti e di quelli
effettivamente nati, il numero di embrioni sacrificati è altissimo. Queste perdite
sono accettate dagli specialisti delle tecniche di fecondazione in vitro come prezzo da
pagare per ottenere risultati positivi. In realtà è assai preoccupante che la ricerca in
questo campo miri principalmente a ottenere migliori risultati in termini di
percentuale di bambini nati rispetto alle donne che iniziano il trattamento, ma non
sembra avere un effettivo interesse per il diritto alla vita di ogni singolo embrione.”,
ma da quanto ci è dato di leggere e di sentire sembra che pochissimi abbiano ancora
colto la crescente ed inaccettabile drammaticità della situazione .
Angelo Francesco Filardo – ginecologo (AIGOC)
Foligno, 29 agosto 2010