I DATI DELLA FIVET DELL'ANNO 2007 LETTI DAI CONCEPITI
In questi giorni – dopo la pubblicazione della relazione del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali al Parlamento sullo Stato di attuazione della legge contenente norme in materia di Procreazione Medicalmente Assistita (Legge 10 febbraio 2004, n. 40, articolo 15) – abbiamo letto e sentito tante dichiarazioni contrastanti, ma da nessuna parte abbiamo letto o sentito parlare del costo in vite umane della FIVET in Italia del 2007. Se corrisponde al vero quanto riaffermato al n.4 dalla Dignitas Personae «Il frutto della generazione umana dal primo momento della sua esistenza, e cioè a partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità corporale e spirituale. L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita», non possiamo non tenerne conto nel leggere i dati offerti dalla relazione ministeriale.
Dai dati sopra riportati risulta evidente che solo 6.800 dei 77.001 embrioni trasferiti in utero ha avuto la possibilità di vedere la luce del sole, mentre 70.201 embrioni, cioè il 91,17% degli embrioni trasferiti in utero, è stato sacrificato consapevolmente e volontariamente per poter ottenere la nascita dei 6.800 fratellini sopravvissuti!
Confrontando i risultati dell’anno 2007 con quelli dell’anno 2006, pur registrando una piccola diminuzione nel numero medio degli embrioni trasferiti in utero ( 2,29 in media: solo nel 49,1% sono stati trasferiti tre embrioni; mentre nel 2006 sono stati trasferiti in media 2,32 embrioni); un modesto aumento nella percentuale dei nati vivi ( nel 2007 8,83% rispetto all’8% del 2006) ed un numero di coppie superiore (14,91% rispetto al 13,13% del 2006) che hanno coronato il desiderio di avere uno o più figli in braccio, il dato più drammatico e trascurato quasi da tutti è il sempre crescente numero ( 63.322 nel 2006, 70.201 nel 2007!) di embrioni immolati per raggiungere risultati così modesti, inaccettabili in qualsiasi altro campo della moderna medicina!
Di recente l’istruzione Dignitas Personae ha richiamato l’attenzione su questa inquietante e drammatica realtà (n.14): “ Il fatto che la fecondazione in vitro comporti assai frequentemente l’eliminazione volontaria di embrioni è già stato rilevato dall’Istruzione Donum vitae. Alcuni pensavano che ciò fosse dovuto a una tecnica ancora parzialmente imperfetta. L’esperienza successiva ha dimostrato invece che tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se l’embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate, selezionate e scartate. È vero che circa un terzo delle donne che ricorrono alla procreazione artificiale giunge ad avere un bambino. Occorre tuttavia rilevare che, considerando il rapporto tra il numero totale di embrioni prodotti e di quelli effettivamente nati, il numero di embrioni sacrificati è altissimo. Queste perdite sono accettate dagli specialisti delle tecniche di fecondazione in vitro come prezzo da pagare per ottenere risultati positivi. In realtà è assai preoccupante che la ricerca in questo campo miri principalmente a ottenere migliori risultati in termini di percentuale di bambini nati rispetto alle donne che iniziano il trattamento, ma non sembra avere un effettivo interesse per il diritto alla vita di ogni singolo embrione.”, ma da quanto ci è dato di leggere e di sentire sembra che pochissimi abbiano ancora colto la crescente ed inaccettabile drammaticità della situazione .
Angelo Francesco Filardo – ginecologo (AIGOC)
Foligno, 5 aprile 2009